Com’è proprio di tutto ciò che la riguarda, anche la storia della cravatta sette pieghe è evocativa e composita.
La nascita di questo capo è più remota di quella diffusa nell’immaginario, a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del nuovo secolo, anni in cui inizia ad avvolgersi al collo di nobili gentiluomini, in sostituzione del vecchio fazzoletto, diventando il segno distintivo dell’alta società.
Dopo un primo declino causato dalla sua laboriosa lavorazione, la sette pieghe torna però in auge a ridosso della seconda guerra mondiale, grazie a quella necessità che fa virtù.
Alta qualità, gusto e dettaglio
In anni di ristrettezze i sarti, per sfruttare il più possibile il poco tessuto disponibile, prendono a tagliare la cravatta in due pezzi da cucire insieme, ripiegandone i lembi sette volte su sé stessi per donarle una consistenza naturale, senza l’aggiunta dell’anima.
Sarà però soltanto l’estro e la creatività made in Naples a dar vita, negli anni ’70, alla moderna sette pieghe: nel cuore delle tradizionali sartorie partenopee, questo accessorio unico acquisisce quell’eleganza e personalità che lo contraddistinguono ancora oggi.
Grazie all’impiego di tessuti e sete pregiate, lavorazioni artigianali su misura, nuove varianti, la sette pieghe è da oltre 50 anni l’assoluto simbolo del ben vestire napoletano in tutto il mondo.
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